Quando gli emigrati eravamo noi…

Ci è sembrato opportuno dedicare un’inserzione a questa tematica dell ’emigrazione italiana svolta per un secolo dal 1870 al 1970 verso paesi dell’Oltreoceano, l’Europa, l’Africa, l’Asia e l’Australia.

Da terra di emigrazione nel passato l’Italia è diventata terra di immigrazione per popoli disperati in cerca di un futuro migliore.

La Corsica anch’essa terra di emigrazione diventò una terra di immigrazione per una parte della popolazione italiana che la vide come una terra promessa. Oriundi italiani sono i nostri compagni di classe, i nostri amici, i nostri colleghi e testimoniano del passato dei loro nonni, zii,genitori…

  • Intervista da una nipote a suo nonno oriundo toscano in Corsica :

Emigrazione politica in Corsica

La storia di una famiglia di emigranti italiani toscani, dalla Grande Emigrazione a quella del dopoguerra in Corsica.
La mia famiglia è una famiglia di emigranti toscani, parenti di mio bisnonno, essi emigrarono in Argentina e negli Stati Uniti durante la Grande Emigrazione per mancanza di lavoro in Italia.
Mio bisnonno emigrò in Corsica negli anni 20. Abitava a Firenze, era a suo agio con sua moglie ma non condivideva l’ideologia fascista e la sua vita era in pericolo essendo carabiniere al servizio del ré Vittorio Emanuele III. Dovette fuggire e clandestinamente nelle stive di una barca da Livorno da solo imbarcò via Bastia. Scelse la Corsica perchè era vicina ed aveva l’intento di portarci sua moglie più tardi. La partenza fu difficile ma accettata dalla famiglia che condivideva le idee antifasciste di mio bisnonno.
Arrivato in Corsica, a Bastia fu altretanto difficile in quanto era clandestino e campava come un clandestino, assumendo tutti i lavori possibili e vivendo in una baracca da pastore senza communicare con altrui. Fece venire sua moglie e si sposarono nel’27 e scesero a Calcatoggio dove si sistemò come padrone pescatore. Fu francesato nell’42.
Visse una vita con molte discriminazioni essendo emigrato italiano, subì molte offese lui ed i suoi figli. A scuola, mio nonno ed i suoi fratelli erano insultati dai ragazzi perchè erano figli di italiani e erano scartati, lasciati soli, nessuno parlavano con loro.Solo all’età di uomo maturo ha potuto dire che finalmente era integrato e che veniva accettato in Corsica.
Mio nonno ha sempre voluto mantenere relazioni con la famiglia in Italia e ci ha portato tutti i suoi figli di modo da fare conoscere a loro la parte italiana e trasmettere le radici.
Infine, mio nonno e suo padre hanno vissuto una vita con molte offese ed è sempre doloroso ricordarsi di queste viccende.
In conclusione, direi che emigrare è un atto straziante e la vita da emigrante è nella maggioranza dei casi difficile da vivere. Questo articolo è la storia vera di una famiglia come tante emigrata in terra altrove ed è il mezzo di testimoniare del passato e del dramma che ha portato in sè.
Abbiamo il dovere di ricordarsi della nostra propria storia in quanto anche noi corsi, per molti di noi siamo stati emigrati in terra lontana, ricordiamocelo !

Da Olivia Andreani Terminale ES1

  • Intervista da alunni durante il dibattito “un Paese di Calabria” a Marlène Rasori, figlia di emigrati toscani, presidente dell’A.N.A.C.R :

Emigrazione economica in Corsica

Questa è l’intervista di Caterina Pirolu, mia nonna che ha emigrato dalla Sardegna con la sua famiglia nel 1957 per venire in Corsica.

  • Intervista da un nipote a sua nonna sarda :

Le loro condizioni di vita in Sardegna erano buone anche se erano una grande famiglia di otto figli. Suo padre era contadino e possedeva un gregge, una terra. Nel 1957 sono iniziate le difficoltà per assumere un servo per aiutare suo padre. A causa di questo, suo padre vendè tutti i loro beni per emigrare in Corsica. Lì, c’ erano già sua zia e suo zio che l’avevano influenzato dicendo che siccome la loro famiglia era numerosa sarebbe stata aiutata dai sussidi alla famiglia. Quest’emigrazione si accompagnò di molti rimpianti e lasciare così la Sardegna fù difficile.
In Corsica, furono ben accolti e suo padre ebbe un lavoro subito. Però, non fù padrone come in Sardegna mà fù un servo. Ci furono quindi differenze nelle condizioni di vita ma insomma se la cavarsero lo stesso. Però dovettero affrontare la discriminazione. Su tutti i muri in Ajaccio, era scritto « I Sardi Fuori ». Risposero con diplomazia e lasciarono correre. Dopo i corsi capirono che i sardi si integravano bene e che non facevano disturbi.
Oggi, il rimpianto si è un pò disperso. Per lei, è sempre sarda tuttavia si sente sopratutto corsa. Le piace andare in Sardegna ma sta bene qui, in Corsica dove ha messo sù la propria famiglia.

Da Nicolas Chiabrando terminale S1

  • Intervista dagli alunni durante il dibattito a Marlène Rasori, figli di emigrati toscani e presidente dell’A.N.A.C.R
    Come ha vissuto in Corsica ? intervista dagli alunni.

La testimonianza professionale di un’emigrata in Francia
Mia cognata emigrò in Francia, a Cannes piu precisamente per affari di cuore nel 2003. La sua testimonianza è interessante perchè ci informa sulle differenze e difficoltà che ha incontrato per integrarsi.La maggior difficoltà fu di potere trovare un lavoro corrispondente alle sue competenze e diplomi. Diffati per tre anni fece lavori subalterni che non corrispondevano per niente alla sua formazione.Imparare una nuova lingua e integrarsi fu difficile. in una società nonostante vicina è ben diversa nelle abitudini e nei concetti sociali..Solo dopo tre anni trovò un lavoro in corrispondenza alle sue attese.Però, l’esperienza fu del tutto positiva e si migliorò professionalmente.

Da Laurane Simon Terminale ES1

Emigrazione professionale in Corsica quindici anni fa

  • Intervista da una figlia a sua madre :

Mia madre e mio padre hanno emigrato in Corsica dal Belgio, il loro paese nativo quindici anni fa.Hanno lasciato il Belgio per motivi familiali ed anche di lavoro in quanto lavoravano molto e si vedevano poco quindi hanno voluto cambiare ritmo di vita insieme al lavoro che esercitavano. Venire e vivere in Corsica permettevano loro di trascorrere più tempo insieme perchè lavorano a casa insieme.Attualmente, emigrare dal Belgio per la Corsica è diventato molto facile rispetto al secolo scorso quando si emigravano clandestinamente e che le condizioni di viaggio erano disagevoli e dolorose però dobbiamo aggiungere che sono venuti dal Belgio, un paese europeo e che parlano francese.

La vita in Corsica piace a loro molto e sono allegri di avere fatto questa scelta, sono stati bene accolti mentre prima si soffriva di discriminazione. Per concludere, l’emigrazione viene vissuta diversamente a secondo dell’accoglienza fatta dagli emigrati.

Da Clemence Herzet Terminale ES1

L’Italia, terra di immigrazione dal’91… poi un giorno del maggio ’98 …

Con la collaborazione dell’associazione Corsica. Doc abbiamo potuto portare a termine il nostro progetto sull’emigrazione immigrazione. Studiato il movimento migratorio italiano attraverso vari aspetti e interviste, testimonianze dirette di una realtà di prossimità nella nostra terra, i liceani hanno proseguito il loro lavoro con l’immigrazione con il film documentario “Un Paese di Calabria “ di Caterina Catella e Shu Aiello. Il dibatito fu animato dalle domande degli alunni della terminale SI, S2,S3 e ES1 il 20 gennaio 2017 al cinema Ellipses di Aiaccio in presenza della regista Caterina Catella e di Marlène Rasori, figlia di emigrati toscani e presidente dell’A.N.A.C.R.

Riace et ses exilés ou la Calabre réinventée
Le dernier film documentaire de Catherine Catella et de Shu Aiello raconte la renaissance d’un petit village de l’Italie rurale, grâce à l’accueil des réfugiés. Une utopie réalisée.

A la fin des années 1990, un bateau s’échoue sur la plage en contrebas du petit village de Riace, en Calabre. A son bord 238 kurdes viennent de passer huit jours en mer. Spontanément, les habitants courent à leur secours et naît une épopée formidable d’une amitié renouvelée entre ceux qui vivent là et ceux que la mer amène jusqu’ici.Depuis vingt ans, ensemble , ils redonnent vie à ce petit village oublié des cartes et réhabilitent les vieilles habitations à l’abandon, rouvrent des commerces, remplissent les écoles… Un paese di Calabria fait le portrait d’une utopie devenue réalité. Domenico Lucano, le maire de Riace voit dans l’arrivée de ces nouveaux éxilés la chance d’inventer un nouvel avenir.Depuis, Domenico Lucano a été réelu trois fois et son initiative, relayée par l’association « città futura »a permis d’accompagner plus de 600 éxilés venus de plus de 20 pays différents. “l’accueil des éxilés et la lutte contre la mafia sont partie du même combat politique” prévient Caterina Catella.

Emilien Urbach, l’Humanité, le 8 février 2017

Un paese di Calabria

Introduzione

“Un paese di Calabria” è un film documentario da Shu Aiello e da Caterina Catella proiettato al cinema il 20 gennaio 2017. Questo film racconta la storia di un paese italiano, Riace, in Calabria: un paese da cui i giovani sono fuggiti per costruire altrove il loro futuro, lasciando dietro di sé case abbandonate e un paese di vecchi. Ma un giorno,nel’98, una nave mercantile che trasportava duecento curdi,si è incagliata sulla spiaggia e li ha sbarcati sulla costa calabrese . Questi migranti erano in fuga dalla dittatura turca. Tante persone vedono questo incidente come un pericolo, ma queste persone sono diventate per Riace la speranza di una rinascita.
Questo film condivide fu difficile. Con noi la storia di un’amministrazione e di una cittadinanza che hanno saputo guardare lontano, facendo dell’accoglienza e dell’integrazione una missione. Un racconto fatto di persone, di vite trapiantate e devozione popolare, la cronaca di una trasformazione coraggiosa guidata da un principio: nessuno si salva da solo.

Da Charlotte Crevieux terminale S2

Spezzone del dibattito a proposito del film « Un paese di Calabria » con la collaborazione al montaggio di Cucchi Enzo (2nde4), Lebougre Dominique (2nde4), Livrelli Serena (2nde11), Peraldi Mattea (terminale L2), Figarelli Lisa BTS SIO1, Santoni Emilie (1L2), diretto dal Professore Joseph-Antoine Cesari.

  • Perchè accogliere i migranti ? : 4.03-5.30

  • Altri paesini come Riace ? : 5.44-7.30

  • Oggi Riace accoglie sempre i migranti ? : 10.23-11.45

  • La relazione tra la Ndrangheta, i migranti e l’accoglienza di loro : 16.36-18.58